Fernando Botero

Medellìn, Colombia 1932


Testo di Monica Moreschini



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La casa di Amanda Ramirez 1988, olio su tela
Le opere di Botero portano in sè qualcosa di enigmatico,di inquietante,sono immerse in un clima di sospensione. Singolarmente rivelano una dolce sottile ironia,inducono al sorriso,catturano e conquistano lo sguardo incuriosito di chi osserva l'opera. Come nell'affollata quotidianità della "Casa di Amanda Ramirez", dove all'interno di un'atmosfera rosa confetto la vita scorre tra amplessi, faccende domestiche e piacevoli conversazioni in cui la contiguità esistenziale non fa che accentuare il senso di solitudine interiore dell'individuo. Notiamo l'uso di colori molto accesi, in prevalenza il rosa,il rosso e il giallo e la sproporzione di alcuni personaggi come la signora che pulisce, in basso a destra e quella che siede sulla spalla dell'uomo,in primo piano.

Da notare anche come sono ben amalgamate le "scene" di quotidianità. Potrebbero essere ognuna il soggetto di un quadro differente;qui però Botero sceglie di mescolarle insieme, creando in chi osserva il quadro un pò di sconcerto nel notare con quanta "normalità" i due amanti non si lascino turbare dallo sguardo e dalla presenza degli altri soggetti, che, incuranti procedono nelle varie faccende.
Il Club del Giardinaggio
1997. olio su tela,cm 191x181

Oltre 70 le opere che riproducono spaccati di vita quotidiana, soggetti collettivi e scene di lavoro. Nel dipinto cinque deliziose vecchine con l'hobby del gardening sono in posa davanti al fotografo. Hanno tutte un'aria piuttosto seria, uno sguardo mai rivolto verso lo spettatore bensì ogni soggetto guarda un punto fisso di fronte ad esso.

Questo è un aspetto tipico della produzione artistica di Botero; il quale,in questo modo intende creare una situazione di mistero, di poesia, di bellezza.La stessa cosa si nota anche in Tiziano e Piero della Francesca( da cui Botero trae ispirazione): c’è questo sguardo, molto speciale, che dà un senso di eternità. Secondo Botero "L'arte non deve mai guardare lo spettatore perché gli occhi hanno una tale forza che quando si osserva un quadro il cui soggetto ha lo sguardo fissi sullo spettatore, si notano soltanto gli occhi. Per vedere una persona - se si vuole vederla davvero - si devono chiudere gli occhi. Allora si vede una persona nel suo insieme, altrimenti il magnetismo degli occhi è totalizzante."

Analizzando l'opera si può notare come l'artista tenga a sottolineare ogni minimo particolare: dalla collana della signora seduta in basso a sinistra, ai guanti e al cestino di rose delle signore in piedi,al piccolo e fine orologio sul polso della signora seduta a destra; orologio che simboleggia il tempo,"tema" ricorrente nelle opere di Botero,la cui rappresentazione del consiste nella ripetuta raffigurazione di uno stesso soggetto in momenti diversi; o,come in questa opera, in un orologio.
Gente del Circo 2007
olio su tela,cm 121x97

Delle 150 opere di Botero in esposizione, sono circa quaranta, e inedite, quelle dedicate al tema circense. Dal domatore alla donna cannone la galleria di ritratti è un'esplosione di tratti morbidi ed espressione di quel mix tra gioia e malinconia che caratterizza tutta la sua produzione. Botero ha frequentato l’ambiente allegro e affascinante del circo in Messico, dove trascorre di solito i mesi invernali. Ama osservare ogni sfaccettatura di questo ammbiente affascinate.

Notiamo,in quest'opera come il colore rimane tenue, mai esaltato, mai febbrile, steso in campiture piatte ed uniformi, senza contorni. Da notare l'assenza totale delle ombreggiature nei suoi dipinti, perché esse sporcherebbero l'idea del colore che egli vuole trasmettere. Anche qui possiamo vedere come gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che vedano senza guardare; e l'espressione del volto di ogni soggetto è cose se raccontasse una storia.
Ballerina alla sbarra 1988, olio su tela
In quest'opera è rappresentata una ballerina alla sbarra, durante una lezione di danza classica.
Noi tutti ci aspetteremmo un corpo esile,aggraziato; e invece ci troviamo davanti agli occhi una ballerina buffa e grassoccia. Botero è bravo anche in questo, riesce a rovesciare le aspettative, e anche in un'ambiente dove anche un chilo di troppo viene visto come un problema irrisolvibile, lui non rinuncia alla pienezza delle forme che caratterizza la sua produzione; riuscendo a dare ad un corpo "ingombrante e pesante" quella sensazione di leggerezza, apparentemente inspiegabile.

Notiamo anche in quest'opera l'estrema cura dei paricolari: le pieghe del tutù,la corrispondenza del colore delle scarpette,degli orecchini e del fiocco sul capo; la stesura del colore compatta e uniforme, l'assenza di obreggiature e l'uso di colori mai cupi.
Amanti
2003. olio su tela,cm 153x98

La realtà colombiana è satura di contraddizioni. Povertà e ricchezza. Interno ed esterno. Ambiente e sentimenti. Botero ne coglie l'essenza più profonda descrivendo, con tratto partecipe ma non invadente, la stanza d'albergo, squallida e l'abbraccio dei due amanti, carico di passione e romanticismo.Nella stanza disordinata e sporca,si può notare sulla pareta un frammento di natura morta dello stesso Botero, visibile solo in parte. Osservando le opere di questo artista, notando le dimensioni e le forme dei soggetti,di primo acchitto potrebbero suscitarci una risata.

Botero,ha messo in conto questa reazione da parte del pubblico e,accostandosi inconsciamente a Pirandello,il quale ne "L'umorismo" racconta di una vecchia signora,che al posto di vestirsi con decoro ed eleganza (come una signora dovrebbe fare), si agghinda nei modi più stranicercando di apparire più giovane e suscitando il riso di Pirandello stesso. Subito dopo il riso però avviene una riflessione, qualcosa che ci porta a pensare, che forse quella signora soffriva e si conciava in quel modo per piacere al marito molto più giovane di lei. Lo stesso vuole fare Botero: farci andare aldilà della semplice "grassezza" che ci fa ridere e intuire dai volti, dalle espressioni, la storia di ogni singolo personaggio.
La Corrida 2002
olio su tela,cm 98x144

Botero dedica diverse opere alla corrida,dipingendo anche ritratti di Matador e Picador; con l'intento di descrivere una realtà, condivisibile o meno, del suo paese d'origine: La Colombia. Lui stesso entra a contatto con questo ambiente,quando all'età di tredici anni viene iscritto dallo zio in una scuola di tauromachia. Possiamo notare anche qui, l'uso di colori accesi come il rosso e l'arancione,l'assenza di ombreggiature,la cura dei particolari e le "sembianze" quasi mostruose del toro. Sembianze mostruose che sembrano quasi alludere ad uno spettacolo "mostruoso",che l'artista denuncia apertamente.
Il bagno del Vaticano 2006, olio su tela,cm 147x205
In quest'opera è rappresentato un grassoccio pontefice che fa il bagno vestito con tutti i suoi fastosi paramenti, sorvegliato da un buffo vescovo pronto a porgergli una salvietta. "Gli unici che hanno usato immaginazione nel vestirsi, tra gli uomini, sono i vescovi, i preti e i matadores. Per noi pittori l’abbigliamento è un problema. Al tempo del Rinascimento la gente si vestiva in modo più sgargiante, giocoso: allora i pittori potevano rappresentare figure che avevano colore, adesso siamo tutti vestiti in grigio, allora dobbiamo improvvisare perché non è facile dare una forma logica a queste figure. Sono felicissimo di fare lavori sul circo e soprattutto sui vescovi perché posso mettere qualsiasi colore che mi piace inserendolo in una forma logica e senza forzare il senso della rappresentazione e della verità. I vescovi sono fantastici per questo."
Abu Ghraib 46
2005. olio su tela,cm 200x122

La serie delle opere realizzate nel 2005,incentrata sulle torture subite dai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib dai militari statunitensi,rappresenta un unicum nell'opera di Botero,che improvvisamente sembra riscoprire la forza unica,immediata e profonda di denuncia della pittura. Egli si avvale come sempre di quel felice processo di contaminazione tra colore e luce,tra la superficie pittorica e la sostanza stessa di quella pittura alla base di tanti quadri precedenti, eppure mai espressa con una simile improntà di umanità:toccante,percorsa da paura,indignazione ed emozione.

L'immagine di questi corpi umiliati, feriti, percossi, murati vivi dentro l'immobilità e il disinteresse della storia, vuol essere una testimonianza e un mònito in cui per una volta l'estetica cede il passo alla verità per consentire all'arte di ritornare ad essere uno strumento privilegiato di comunicazione senza confini.
Abu Ghraib 52
2005. olio su tela,cm 200x122

Un uomo ritto dietro le sbarre, con le mani legate dietro la schiena, avverte nell'oscurità l'avvicinarsi del suo aguzzino, altri aggrovigliati tra loro subiscono il peso dell'umiliazione di un'intimità violata, altri ancora l'affronto della derisione e dell'impotenza, altri soffrono la prepotenza della violenza psicologica e fisica, avvertono l'approssimarsi della vita ad un baratro, la preoccupazione straziante non di perdersi in una morte che sarebbe liberazione, ma di restare per sempre in quello stato di drammatica e angosciosa sospensione.

Diffuso è il senso della paura, della tensione. Non esiste uno spazio neutro, l'atmosfera è quella claustrofobia dell'assalimento, della riduzione di tutto al luogo ignoto e ostile di una cella, della compromissione del mondo umano e della ferocia bestiale.
Abu Ghraib 58
2005. olio su tela,cm 200x122

Botero spinge le sue immagini fino ai bordi della tela cercando di dipingere ogni porzione di spazio con i colori forti e implacabili della verità; scaraventa in primo piano una carnalità sofferente e dilaniata, volti da ultimo giorno prima del giudizio, bocche stravolte da smrfie di dolore, urla interrote sul punto di nascere, corpi prigionieri in stanze che sono inferno e ossessione, corpi che stanno su un confine, senza sapere se la loro notte, una notte oscura, vuota di suoni e bagliori, vedrà una nuova alba.

Questi uomini, così autentici nel dolore accentuato dalla loro inerme possenza, rappresentano l'evidenza del superamento della limpidezza e dell'armonia delle forme, sono uno scavalcamento dell'ironia e della quieta riflessione e rivelano in Botero una capacità d'indignazione inattesa e una capacità di far trasparire dall'opera stessa il dolore e la sofferenza che questi uomini hanno subito sulla loro pelle.