| Il bagno del Vaticano 2006, olio su tela,cm 147x205
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In quest'opera è rappresentato un grassoccio pontefice che fa il bagno vestito con tutti i suoi fastosi paramenti, sorvegliato da un buffo vescovo pronto a porgergli una salvietta.
"Gli unici che hanno usato immaginazione nel vestirsi, tra gli uomini, sono i vescovi, i preti e i matadores.
Per noi pittori l’abbigliamento è un problema. Al tempo del Rinascimento la gente si vestiva in modo più sgargiante, giocoso: allora i pittori potevano rappresentare figure che avevano colore, adesso siamo tutti vestiti in grigio, allora dobbiamo improvvisare perché non è facile dare una forma logica a queste figure. Sono felicissimo di fare lavori sul circo e soprattutto sui vescovi perché posso mettere qualsiasi colore che mi piace inserendolo in una forma logica e senza forzare il senso della rappresentazione e della verità. I vescovi sono fantastici per questo."
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Abu Ghraib 46 2005. olio su tela,cm 200x122
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| La serie delle opere realizzate nel 2005,incentrata sulle torture subite dai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib dai militari statunitensi,rappresenta un unicum nell'opera di Botero,che improvvisamente sembra riscoprire la forza unica,immediata e profonda di denuncia della pittura. Egli si avvale come sempre di quel felice processo di contaminazione tra colore e luce,tra la superficie pittorica e la sostanza stessa di quella pittura alla base di tanti quadri precedenti, eppure mai espressa con una simile improntà di umanità:toccante,percorsa da paura,indignazione ed emozione.
L'immagine di questi corpi umiliati, feriti, percossi, murati vivi dentro l'immobilità e il disinteresse della storia, vuol essere una testimonianza e un mònito in cui per una volta l'estetica cede il passo alla verità per consentire all'arte di ritornare ad essere uno strumento privilegiato di comunicazione senza confini.
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Abu Ghraib 52 2005. olio su tela,cm 200x122
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| Un uomo ritto dietro le sbarre, con le mani legate dietro la schiena, avverte nell'oscurità l'avvicinarsi del suo aguzzino, altri aggrovigliati tra loro subiscono il peso dell'umiliazione di un'intimità violata, altri ancora l'affronto della derisione e dell'impotenza, altri soffrono la prepotenza della violenza psicologica e fisica, avvertono l'approssimarsi della vita ad un baratro, la preoccupazione straziante non di perdersi in una morte che sarebbe liberazione, ma di restare per sempre in quello stato di drammatica e angosciosa sospensione.
Diffuso è il senso della paura, della tensione. Non esiste uno spazio neutro, l'atmosfera è quella claustrofobia dell'assalimento, della riduzione di tutto al luogo ignoto e ostile di una cella, della compromissione del mondo umano e della ferocia bestiale. |
Abu Ghraib 58 2005. olio su tela,cm 200x122
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| Botero spinge le sue immagini fino ai bordi della tela cercando di dipingere ogni porzione di spazio con i colori forti e implacabili della verità; scaraventa in primo piano una carnalità sofferente e dilaniata, volti da ultimo giorno prima del giudizio, bocche stravolte da smrfie di dolore, urla interrote sul punto di nascere, corpi prigionieri in stanze che sono inferno e ossessione, corpi che stanno su un confine, senza sapere se la loro notte, una notte oscura, vuota di suoni e bagliori, vedrà una nuova alba.
Questi uomini, così autentici nel dolore accentuato dalla loro inerme possenza, rappresentano l'evidenza del superamento della limpidezza e dell'armonia delle forme, sono uno scavalcamento dell'ironia e della quieta riflessione e rivelano in Botero una capacità d'indignazione inattesa e una capacità di far trasparire dall'opera stessa il dolore e la sofferenza che questi uomini hanno subito sulla loro pelle. |
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